L'agricoltura oggi ci tocca non solo e non tanto perché è ciò che ci procura il cibo.

L'agricoltura presidia un nodo cardinale della nostra identità. Il nostro essere culturalmente legati alla terra e ai suoi prodotti. La trasformazione consapevole di lavoro, ansie, speranze e attesa spasmodica in cibo!

Le mutazioni climatiche degli ultimi anni contribuiscono in maniera negativa, a volte distruggendo ciò che in un anno di lavoro si è costruito, ma la tenacia e la forza rinnovata da uno spirito di sacrificio spingono l’agricoltore sempre verso un nuovo raccolto, una nuova avventura!

Molto più che il semplice tirar fuori il massimo profitto dalla nostra attività in relazione con terra e chimica. Integrazione fra storia, paesaggio, lavoro e amore per la terra!

Abbiamo il privilegio di essere attori protagonisti, artefici del nostro futuro. Attraversare la storia legando il passato al futuro, rivedendo le tradizioni con occhi moderni e trasformando le fatiche dei nostri nonni in attenzione e cura dell’ambiente.

Più che la qualità percepita vale l’etica del produttore che trasforma un prodotto di qualità in un prodotto sublime e di valore intrinseco notevolmente superiore.

Il ponte che siamo fra passato e futuro deve portare su una superfice sulla quale i nostri figli ed i figli dei nostri figli possano costruire il loro futuro (e quello dei loro figli).

Il mondo non lo abbiamo in eredità dai nostri padri, lo abbiamo in prestito dai nostri figli (detto pellerossa).